Vi sono sostanzialmente due tipi di traumatismi dei nervi : ferite chiuse e ferite aperte.
Le ferite aperte (che spesso si associano a lesioni muscolari e tendinee) non pongono grossi problemi di decisione clinica. Esse vanno riparate o in urgenza o in differita, con vantaggi e svantaggi per ognuna delle due modalità. In genere non vi é necessità di indagini diagnostiche strumentali prima dell'intervento.
Diverso é invece il problema delle lesioni chiuse (spesso a seguito di traumi da schiacciamento o dopo fratture di arti) perché si pone il problema di sapere se il nervo é in condizioni di recuperare spontaneamente o necessita dell'aiuto dell'intervento chirurgico.
Paradigmatici sono i casi delle fratture di omero con concomitante lesione del nervo radiale o delle lussazioni di ginocchio con associata paralisi del nervo sciatico popliteo esterno (SPE). Il nostro atteggiamento, in questi casi, è di attesa per un periodo di 2-3 mesi seguito da un nuovo esame elettromiografico e clinico.
Se per allora non vi sono segni di reinnervazione si procede ad intervento di esplorazione della sede della lesione, seguito da eventuale microricostruzione con innesti nervosi.
Una attesa che non sia giustificata da segnali di recupero spontaneo (si parla di recupero di movimenti e non di miglioramento della sensibilità) e che si prolunghi oltre i sei mesi, può pregiudicare in modo significativo le possibilità di recupero finali.
Un capitolo particolare é costituito poi dalle lesioni iatrogeniche, cioé quelle che compaiono come complicazione di un precedente trattamento chirurgico. Alcuni esempi tipici sono rappresentati dalla paralisi del trapezio (lesione del nervo accessorio) dopo prelievo di linfonodo ai lati del collo, alla lesione dello SPE da chirurgia del perone (rimozione esostosi o osteomi) o le paralisi del nervo sciatico o femorale dopo artroprotesi di anca. Di volta in volta, per questi casi, si valuterà la necessità di revisione chirurgica giudicando le modalità di insorgenza e la loro evoluzione nel tempo.
La sintomatologia dolorosa che talora accompagna una lesione nervosa può essere legata al traumatismo stesso, e quindi attenuarsi con il tempo o dopo la riparazione chirurgica, oppure avere uno sviluppo continuo in senso peggiorativo, malgrado un corretto trattamento di supporto clinico e fisioterapico.
Se é questo il caso ci si potrebbe trovare davanti ad una cosiddetta sindrome regionale complessa (CPRS o distrofia simpatico-riflessa) a cui rimandiamo per un ulteriore approfondimento.